lunedì 24 novembre 2008

So che avete toccato il tema della contrapposizione Platone/Aristotele.
Torneremo sull'argomento..intanto ammirate questo dipinto di Raffaello ("La scuola di Atene"): Platone e Aristotele sono i due personaggi centrali (Platone indica il cielo e Aristotele punta la mano verso il basso). Questa rappresentazione dei due filosofi richiama da vicino quel modo di interpretare i rapporti tra i due filosofi, che, mi pare di aver capito, voi avete incontrato con la collega di lettere. Ecco il link: http://www.cercaturismo.it/public/absolutenm/articlefiles/977-StanzeDiRaffaello_ScuolaDiAtene-part.jpg
Ps: vi ho messo il particolare anche per evitare intrusi (grazie per la segnalazione)...
A presto.
MZ

giovedì 13 novembre 2008

Dal pongo al lego


La struttura del discorso che si ritrova nei fisici pluralisti (Empedocle e Anassagora), ma anche nell'atomismo di Democrito è in sostanza la stessa. Si distingue l'essere fondamentale dall'essere derivato. L'essere fondamentale è l'essere di Parmenide, frammentato però in una molteplicità di elementi (le radici di Empedocle, le omeomerie di Anassagora e gli atomi di Democrito) la cui unione e separazione spiega la nascita e la morte delle cose divenienti attestate dall'esperienza (le quali cose o fenomeni costituiscono l'essere derivato).


MZ

martedì 4 novembre 2008

Parmenide


Le cose si fanno davvero serie...

Il "venerando e terribile" Parmenide è veramente il punto di riferimento della filosofia occidentale!

"L'essere è e non può non essere": è il principio di Parmenide e le sue conseguenze sono appunto "terribili", almeno per il senso comune che crede di avere sotto gli occhi proprio ciò che Parmenide, sulla base di quel principio, dichiara invece impossibile, inesistente (il mondo molteplice e diveniente).

L'essere è ingenerato (se si generasse non sarebbe prima della sua nascita).

L'essere è imperituro (se morisse non sarebbe dopo la sua morte).

L'essere è dunque eterno, immutabile, immobile.

L'essere è uno (le molteplici differenze del mondo non esistono): se l'essere fosse molteplice si cadrebbe nell'assurdo di proposizioni del tipo "A non è B".

In una parola, il mondo non esiste. Il principio della ragione conduce alla negazione della realtà del mondo: frattura tra ragione ed esperienza (esperienza che dice appunto "il mondo esiste").

Le domande della prima filosofia (qual è l'archè? qual è la proprietà comune a tutte le cose differenti?) sono così "svuotate" del loro significato (perchè la generazione è impossibile e perchè il molteplice delle differenze non esiste).


Buon divertimento!


MZ